sabato 22 marzo 2008

Gli amici del Dalai Lama


Sempre di meno. La lista degli amici del Dalai Lama si riduce sempre piu'. Anzi, forse di amici veri gliene rimane soltanto uno, Richard Gere.
L'aveva gia' capito durante la scorsa visita in Europa che la sua compagnia era diventata imbarazzante. Con una scusa o con un'altra era stato liquidato alla bell'e meglio da tutti i rappresentanti di governo della Ue, eccetto che da quel buon cuore della Merkel.
In Italia l'aveva incontrato la Moratti, avendo cura di nasconderlo fra altri Premi Nobel, e Beppe Grillo.

Anche dopo la rivolta repressa nel sangue, nonostante tutta la solidarieta' espressa, il Dalai Lama e' solo. I tibetani sono soli. Boicottare le olimpiadi non porterebbe a nulla - dice quasi tutto il mondo. Con la Cina non si scherza.

Durante la Via Crucis il Papa parla di "fratelli perseguitati", ma la Cina preferisce non nominarla. Non puo' permetterselo, con la Cina tutti hanno trattative in corso. Anche il Papa. Che sta tentando il riavvicinamento con Pechino per sistemare la situazione della chiesa cattolica romana, che in Cina e' clandestina e non ha finora avuto vita facile.

Ma ieri c'e' stata la svolta: a parlare con il Dalai Lama e' andata Nancy Pelosi, speaker della Camera statunitense. "Riconosciamo la sofferenza del popolo tibetano fuori e dentro il Tibet", ha detto. E ha osato anche parlare dell'"oppressione cinese in Tibet". Addirittura, ha proposto un'indagine internazionale indipendente per scoprire le vere cause delle violenze sul tetto del mondo.
Ma poi anche Nancy ha deluso: "La nostra delegazione proporra' una risoluzione per un'inchiesta che assicuri l'assoluta mancanza di ogni legame tra il Dalai Lama e le violenze in Tibet".
Se e' questa la cosa piu' importante da accertare, povero Dalai Lama, gli rimane davvero solo Richard Gere.

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