mercoledì 9 aprile 2008

Il Giappone che invecchia punta sui robot

Per il 2025 potrebbero fare il lavoro di 3 milioni e mezzo di persone. Senza pretendere stipendio, ferie, pensione. Sono i robot la soluzione alla carenza di manodopera giovane, in Giappone ne sono sempre piu' convinti.

Nel Sol Levante, cosi' come in Italia, la popolazione invecchia sempre piu', il tasso di natalita' e' fermo all'1,3% e si prevede che per il 2065 ben il 40% dei giapponesi sara' over 65. Un popolo di pensionati che la scarsa forza lavoro giovane rimasta non potra' certo controbilanciare: gia' nel 2030 il Giappone perdera' il 16% della propria popolazione attiva.

Di ricorrere a forza lavoro straniera, in un paese restio all'immigrazione come il Giappone, non se ne parla neppure. Nel Sol Levante la percentuale di immigrati sul totale della popolazione e' inferiore al 2% e il governo non ha nessuna intenzione di allentare le maglie della sua rigidissima politica sull'immigrazione.

Ma i robot si' che potrebbero coprire egregiamente la carenza di uomini. Non sostituendo in toto la persona, ma svolgendo per lei alcuni compiti per permetterle di concentrarsi su quelli piu' importanti.

L'assistenza agli anziani, per esempio, potrebbe essere in parte affidata a robot: in questo modo lo stato giapponese nel 2025 arriverebbe a risparmiare ben 22 miliardi di dollari di costi previdenziali. Le favole ai bambini potrebbero leggerle i robot, e magari dare anche una rassettata alla cucina dopo aver fatto un check up completo alla vecchia nonna.

Ipotesi fantascientifiche? Neanche tanto, visti gli enormi passi in avanti della robotica.

Il problema principale, anche in Giappone, sara' quello di riuscire a convincere le persone a farsi assistere dai robot.
Il vecchietto italiano impazzirebbe se invece della badante dalle curve generose si ritrovasse davanti un pezzo di metallo dalla voce asettica, incaricato di prendersi cura di lui.
Non credo che i vecchi nipponici la pensino in modo tanto diverso.

Nessun commento: