giovedì 24 aprile 2008

Tempi duri per il Caro Leader?

Si annunciano tempi duri per la Corea del Nord.

Secondo il New York Times, la Casa Bianca la settimana prossima renderà pubblico un filmato in cui si vedono tecnici nordcoreani al lavoro in un reattore nucleare siriano, poco prima che il sito venga bombardato dall'aviazione israeliana.

A quanto pare il fatto risale al settembre scorso, ma si è deciso di discuterne solo ora.

Secondo alti ufficiali israeliani e americani si trattava di un reattore nucleare in costruzione, molto simile a quelli che si vedono in Corea del Nord. Pare che i siriani, dopo aver protestato per il bombardamento israeliano, che ha raso al tappeto il sospetto reattore, abbiano ricostruito il sito daccapo.

Ma perché rendere noto l'accaduto sette mesi dopo?

Le circostanze sono piuttosto sospette. Alla Corea del Nord gli Stati Uniti, attraverso il negoziatore Christopher Hill, hanno proposto un accordo, che in molti nell'amministrazione Bush giudicano troppo generoso.

Con la sua politica, Hill ha in pratica rinunciato ai tentativi di strangolare economicamente la Corea del Nord, scegliendo invece di aprire una tavola rotonda con tutti i paesi dell'area (Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud) per discutere il problema del nucleare coreano.

L'accordo proposto da Hill, che i nordcoreani si sono dichiarati disposti ad accettare, prevede che, in cambio della sospensione dell'arricchimento del plutonio, la Corea del Nord venga eliminata dalla lista Usa dei Paesi del cosiddetto asse del male e che le sanzioni economiche statunitensi contro di lei vengano eliminate.

Fin dall'inizio l'accordo era stato giudicato negativamente dai falchi della politica americana. Per Dick Cheney, così come per l'ex ambasciatore Onu John Bolton, si tratta di un accordo che fa sembrare gli Stati Uniti "deboli", fin troppo pronti a concessioni.

Un accordo che ha fatto perdere a Hill l'appoggio presidenziale e anche quello del segretario di stato Condoleeza Rice. Al Dipartimento di Stato Hill si trova ora in una posizione di forte isolamento.

Il timore dei falchi, oltre a quello di dare un'immagine debole degli Usa all'estero, è che i nordcoreani, rinunciando al plutonio, vogliano ora riservarsi una via alternativa al nucleare, attraverso l'uranio, per il cui arricchimento il Pakistan pare avere fornito le tecnologie.

La Casa Bianca vorrebbe che il governo del Caro Leader facesse chiarezza su questo punto, così come sulla presenza di tecnici nordcoreani nel sito siriano bombardato.

Ma tutto fa pensare che la decisione di rendere noto soltanto ora il video in cui si vedono i tecnici con gli occhi a mandorla al lavoro in Medio Oriente sia dettata dal desiderio di paralizzare i negoziati tra Usa e Corea del Nord.

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